La ferramenta antica

La serratura è un manufatto che serve a bloccare (chiudere); ossia serve a rinforzare la difesa di un luogo contro gli interventi estranei, proteggendo quanto vi é all’interno. Essendo la serratura un insieme indivisibile con la chiave, era logico che la sua forma seguisse, come la chiave, i gusti artistici propri di un’epoca, di un popolo o di una zona, passando dalla lavorazione rudimentale e grossolana del chiavistello del 1000 a quella raffinata e ingegnosa delle complicate serrature del XVII e XVIII secolo. Il materiale ferroso utilizzato per la costruzione presentava caratteristiche di robustezza diverse a seconda della dimensione della serratura e in funzione di ciò che si voleva proteggere.
La piastra serve come base di montaggio dei vari componenti; la mostra per il fissaggio dei contrapposti riscontri e di protezione al meccanismo. Le teste dei chiodi, che servivano per fissare alcuni componenti, venivano spesso forgiate in modo artistico. La forma del buco della serratura è la stessa della sezione del pettine.

All’inizio vennero installate all’esterno della porta, ma, nonostante fossero costruite in materiale robusto, erano spesso costrette a cedere all’astuzia dello scassinatore. Se i soliti ignoti non riuscivano ad aprirle col grimaldello, le forzavano con altri sistemi. Già all’epoca potevano disporre per esempio di un attrezzo composto da una serie di viti senza fine e corone dentate riduttrici, capace, con l’ausilio di tiranti applicati con ganci alla piastra, di schiodare la serratura con il minimo sforzo e senza alcun rumore (un attrezzo simile, l’estrattore, viene usato ancora oggi nelle autofficine e nelle officine meccaniche per staccare due pezzi incastrati l’uno nell’altro). Il fatto finì col consigliare ai proprietari di mettere le serrature al riparo installandole in un apposito alloggiamento ricavato, all’interno della porta, nello spessore del legno. Così facendo, purtroppo, dopo che la serratura era stata installata, non era più visibile l’opera di forgiatura, di sbalzo, di traforo e di cesello che spesso la rendeva oggetto d’arte di grande valore.

Parti della serratura
1) Piastra
2) Molla (di bloccaggio o di contrasto e di spinta)
3) Chiavistello o stanghetta
4) Staffa di scorrimento del chiavistello
5) Fessura per l’inserimento dell’occhiello sporgente del boncinello
6) Fori per l’inserimento dei chiodi di fissaggio
7) Testa di chiodo
8) Mostra
9) Perno di riscontro per chiavi femmine
10) Buco della serratura
11) Riscontri
12) Supporto della mostra


Una particolare, ingegnosa ed elaborata serratura fu quella dei pesanti forzieri usati per la conservazione dei valori nei conventi e nelle grandi famiglie. Mediante la spinta impressa dalla rotazione della chiave, un complesso meccanismo di leve muoveva, in sincronia, tutte le molle di spinta dei chiavistelli a scatto posti sui quattro lati della serratura. La serratura occupava tutta la superficie interna del coperchio ed era, quasi sempre, ricoperta da una lastra di lamiera, a protezione dei meccanismi. La lastra era spesso decorata a traforo, a bulino, a cesello, con acidi e in alcuni casi anche dipinta.
Per il bloccaggio del coperchio di cofanetti, casse, cassapanche e cassoni venne utilizzata fino al XV secolo la serratura in coppia con una cerniera esterna snodata (boncinello). Il bloccaggio del boncinello avveniva infilando, per mezzo della spinta della chiave, il chiavistello della serratura nell’occhiello sporgente.

Jean Lamour, massimo esponente dell’arte fabbrile barocca francese, maestro forgiatore di Luigi XV, scriveva che:


“La serratura ha l’energia della pittura e l’arditezza della scultura, ma in più la funzionalità”